“Il concorso si chiama Grandi Mieli d’Italia, si tiene a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. È il concorso nazionale più importante che c’è in Italia, il più partecipato, riservato ai professionisti, non agli amatori. Quest’anno – ci racconta contento Marco Chiri di Villanova d’Asti– c’erano circa 450 aziende con 1222 campioni di mieli diversi. Cosa succede: fanno le analisi, diverse analisi chimiche per vedere che non ci siano frodi (zuccheri, antibiotici ecc.), dopodiché, quelli che non superano il primo step vengono scartati e poi, in base ai punteggi che danno, fanno le analisi sensoriali: c’è un albo di esperti sensoriali, come per i sommelier del vino, che li analizzano visivamente, al tatto, all’olfatto e al gusto, e danno dei punteggi: vado a memoria, sopra il 72 di punteggio danno 1 goccia d’oro, sino a 85 mi sembra diano 2 gocce d’oro, quello che prende almeno 85, quindi quello con il punteggio più alto, gli danno le 3 gocce d’oro e questo vale per un solo miele per ogni categoria, quindi è come fosse il primo premio. Come punteggio noi abbiamo preso 92,40, quindi da 0 a 100 è un punteggio molto alto: alla vista e all’analisi tattile ha preso 10 pieno. Il nostro castagno è sempre così, abbiamo già partecipato altre volte ad altri concorsi, non a quello di Castel San Pietro perché purtroppo questo ha tempi molto ristretti; mentre altri campioni hai più tempo per mandarli, perché i concorsi sono più avanti, hai tempo fino a settembre-ottobre per mandare i campioni, per questo qua, invece, devi già mandare i campioni entro la fine di agosto e a volte uno è un po’ stretto coi tempi nella preparazione, nell’elaborazione della decantazione, tutto quanto; è sempre stato un po’ quello il “problema” di mandarlo. So che quello che ho mandato è un castagno eccellente, non è solo buono, di più. Quest’anno c’è dell’ottimo castagno anche in altri posti, ma io che ne assaggio anche di miei amici, in altri posti, eccetera, dove oltretutto si produce molto di più, comunque non è a quel livello. Diciamo che per il miele il terroir non viene considerato, viene considerato magari per il vino: ma in realtà le piante, in un terreno o in un altro, danno caratteristiche leggermente diverse. L’unico problema di questo miele è che se ne fa pochissimo, a noi non converrebbe proprio portarlo in questo posto perché se ne fa mediamente meno della metà, tra la metà e un terzo di quello che se ne fa in altri posti, però viene eccezionale. Fino a 8-10 anni fa si producevano quantità “normali”, poi sempre meno e negli ultimi 3-4 anni la produzione è veramente scarsissima ma di grandissima qualità. Noi è già un po’ di anni che meditavamo se portare le api lì o no, ci dispiace perché si fa un miele eccezionale. La zona è la Valle Po, più in basso rispetto al millefiori, perché il castagno ha una quota più bassa, l’apiario è intorno ai 650-700 metri. Di castagno ne abbiamo prodotto pochissimo, 200 e qualche chilo, proprio poco. Per darti le 3 gocce d’oro, in ogni categoria ci devono essere almeno 8 mieli di quella categoria lì, perché sennò sono troppo pochi e non c’è confronto. Il castagno è uno dei mieli più rappresentati, c’erano 134 campioni da tutta Italia e quindi è chiaro che è più difficile vincere in queste categorie dove ce ne sono tanti”.
10 Novembre 2020

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