“In questo momento – ci racconta Marco Chiri, apicoltore biodinamico di Villanova d’Asti– seguiamo lo sviluppo degli alveari e dei nuclei che, in questa parte dell’anno sono progressivamente in crescita. Purtroppo, come è sovente accaduto negli ultimi anni, l’andamento climatico è stato molto anomalo ed ha portato parecchi problemi. L’inverno è stato eccessivamente caldo, quindi l’attività delle famiglie è stata prolungata e le scorte di miele sono state precocemente consumate (in genere nei periodi freddi le attività dell’alveare sono rallentate ed il consumo di miele ridotto). Questo ha fatto sì che ora la scorta di miele disponibile per le api in alveare sia quasi finita. Stiamo aspettando una delle prime fioriture, il ciliegio, che in molti posti è già fiorito e che le api avevano già iniziato a bottinare ma che, a causa del ritorno inaspettato del freddo, è in crisi. Attualmente quindi stiamo cercando di tenerle tutte in vita, noi non facciamo nutrizione con sciroppi zuccherini o altro, ma solo con miele nei casi di emergenza e, avendo già iniziato in autunno ad utilizzarlo per reintegrare le quantità man mano consumate, ora siamo al limite della disponibilità. Siamo in balìa degli eventi, sperando che il tempo migliori e che la fioritura nelle nostre zone sia ancora sufficiente. Le api si possono spostare in un raggio di diversi km per procurarsi il cibo, anche a distanze di 10 km rispetto all’alveare, ma in situazioni estreme, quando ad esempio hanno assoluta necessità di acqua o per la ricerca di pollini particolarmente attrattivi come quello di castagno, ma solo se le condizioni di temperatura sono favorevoli. Quando invece le temperature sono basse i loro spostamenti sono ridotti. Gli spostamenti sono effettuati sulla base di una vera e propria valutazione del rapporto costi benefici….se il costo in termini energetici è maggiore del beneficio che ne hanno non lo compiono e viceversa. Tra le prime fioriture il ciliegio che, dove presente, si accavalla con il tarassaco che dura un po’ di più, in genere nei primi 10-15 giorni di aprile. A seguire l’acacia, che dovrebbe avvenire ad inizio maggio. Questo in generale, ma poi negli ultimi anni c’è stata moltissima variabilità e le fioriture sono state spesso anticipate rispetto al normale. In questi giorni in cui si rimane in casa potrei indicare, a chi sia interessato a conoscere l’origine del miele che mangia, tre libri che spaziano un po’ su tutti gli argomenti che riguardano la vita delle api: il primo è di Rudolf Steiner, e si intitola “Le Api”, un altro è di Jürgen Tautz dal titolo “Il ronzio delle api” e il terzo è di Paolo Bonacchi dal titolo “Dalla Società delle Api alle Città Stato del Futuro“. Il miele, come anche gli altri cibi, deve essere vitale ed armonico: per raggiungere questo risultato sono importanti sia il lavoro con l’alveare che l’intero processo di trasformazione. Lavorando secondo il metodo biodinamico, manualmente, con tanti piccoli accorgimenti, si riescono ad ottenere prodotti vitali ed armonici. La vitalità, al di là delle caratteristiche nutrizionali di un prodotto, è fondamentale per avere un prodotto che fa bene alla salute. La chimica dà forma, ma non dà sostanza: un prodotto deve avere entrambe. Il miele è fondamentale per i bambini, ma soprattutto con l’avanzare dell’età, quindi gli anziani dovrebbero farne uso.”
5 aprile 2020
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