“Vorrei far vedere l’orto dall’alto – ci racconta Stefano Vegetabile, mentre prepariamo insieme la visita alla Ca’ Rotta – così riusciamo ad avere uno sguardo di insieme. Quest’anno c’è erba da tutte le parti, è un disordine naturale però a volte va giustificato. Vorrei spiegare il discorso dell’organismo agricolo, il tema ecologico che sostiene tutta l’idea di base, che noi applichiamo in modo molto estremo, ovviamente, un po’ per sperimentazione, un po’ perché ci piace. Noi abbiamo un po’ tutto perché vogliamo fare questo esperimento, però si può fare in maniera anche più moderata quindi, soprattutto se saranno presenti dei professionisti, questo aspetto è importante, se no perdiamo credibilità. Poi vorrei spiegare i principi dell’agricoltura naturale generale, quindi tutto quello che è agroecologia, che va un po’ oltre il biologico e quindi il biodinamico, che adesso tra l’altro è tutto un bel dibattito, la permacoltura, il sinergico, ce n’è di tutte le sorti, è interessante secondo me citare un pochettino dei brevi dettagli di ognuna per far capire che non è un mondo di solo hobby e che non è un mondo di gente che si sta inventando una filosofia fricchettona. Ci sono un sacco di studi che supportano queste tesi, c’è tanto entusiasmo da parte di tanti piccoli agricoltori in ogni parte del mondo e ci sono però già tanti studi di scienziati che organizzano i dati e comincia a esserci già tanta roba, oramai non è più una questione di provare, di cercare di capire, ormai c’è tutto. Le persone hanno un po’ questa idea di dire, eh sì per hobby va bene tutto, ma poi c’è la fame nel mondo, la produzione: queste storiche domande non hanno né testa né coda, perché buttiamo via centinaia di migliaia container che tutti i giorni vanno al macero a causa del sistema logistico, quindi non è quello il problema. In realtà ci sono tutti gli standard produttivi ben studiati, questo qua è il punto su cui vorrò insistere, soprattutto se ci saranno dei professionisti. E poi spiegare le logiche chiaramente: posso fare vedere delle piante indicatrici, per esempio, proprio davanti a casa abbiamo delle varietà di pesche, alcune molto malate alcune invece che stanno bene: la logica classica standardizza tutto mentre noi partiamo dal presupposto che abbiamo a che fare con degli esseri viventi che hanno ciascuno una propria logica di vivere. Il problema è che pensiamo che siano dei robot e quindi, una volta che abbiamo trovato la procedura, loro vanno come se fosse un computer e invece no, sono delle piante e a vari stimoli reagiscono in modo spesso molto inaspettato, soprattutto sul lungo periodo. Infatti nell’agricoltura industriale si ottengono sempre dei buoni risultati nel breve periodo, ma poi nel lungo periodo o degenera la coltura oppure dobbiamo cominciare sempre più a sostenere la pianta con dei preparati, perché non ce la fa, perché viene iper stressata dal sistema produttivo. Questi sono i pensieri che vorrei proporre. Per quello che riguarda il grano, posso fare vedere il risultato del miscuglio dei semi, ne sono sempre un po’ geloso, ma lo faccio vedere volentieri: sono 10-15 anni di osservazioni, certe volte mi chiedono anche i semi, io non ce la faccio a darli a tutti, perché ne ho veramente pochi. Tutti gli anni scelgo un progetto e glieli regalo, non voglio neanche niente, purché non siano usati a fini di marketing spinto. Quest’anno andranno in un progetto agro ecologico in Austria, tutti gli anni faccio questa donazione”.
Per approfondimenti:
https://logicobio.net/2020/02/04/la-ca-rotta/
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