“Terreno sano – piante sane – uomini sani”
Questo principio fu coniato per esemplificare l’interconnessione di tutte le cose e rappresenta oggi uno dei quattro principi dell’Agricoltura Biologica definiti dall’IFOAM (2005) .
Il terreno è habitat di un’immensa varietà di microrganismi, animali e radici. Un terreno fertile genera colture sane per generazioni, con una limitata richiesta di apporti esterni.
In un suolo fertile gli organismi trasformano con efficienza le sostanze nutritive e la sostanza organica in cibo per le piante, sviluppano la sostanza organica, proteggono le piante dalle malattie e danno struttura al terreno. Esso può essere coltivato facilmente, assorbe meglio la pioggia, preserva la porosità riducendo la migrazione delle particelle fini e resiste all’erosione. Un terreno fertile “produce” acqua di falda pulita e neutralizza gli acidi derivanti dall’inquinamento atmosferico. Un terreno fertile degrada rapidamente le sostanze dannose, i pesticidi, ed è un efficiente serbatoio di sostanze nutritive e anidride carbonica, impedendo l’eutrofizzazione di fiumi, laghi e mari, e contribuendo a contenere il riscaldamento globale.
La fertilità del terreno è prevalentemente il risultato di processi biologici, non di sostanze nutritive apportate. Un terreno fertile interagisce con le piante, si struttura da sé ed è capace di rigenerarsi.
Per l’agricoltura biologica terreno fertile significa terreno vivente.
Noi coltiviamo la terra grazie alla fertilità del suolo.
Liberamente tratto da: “https://www.aiab.fvg.it/wpcontent/uploads/2019/02/fertilita_del_terreno.pdf“
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